Harry Potter: il Quidditch cambia nome

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Luned 20 dicembre 2021

Harry Potter: il Quidditch cambia nome
editorialista di michele farina

I dolori del vecchio Biden, la variante Omicron, i bastoni e le carote tra Washington e Pechino, il divieto di ridere e comprare verdure in Corea del Nord, l’Associazione del Quidditch che cambia nome per punire la mamma di Harry Potter… E tra le storie della newsletter di oggi, anche tre cartoline spedite senza volerlo da bambini-nipoti che più diversi non potrebbero essere. I rampolli della Regina Elisabetta alle prese con un pericoloso viaggio in elicottero. Una bambina birmana straziata dalla morte del nonno torturato dai soldati del regime. Una piccola filippina coccolata dalla sua mamma come se niente fosse, tra le macerie della loro casa distrutta dal «mostro» Rai.

Buona lettura.

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editorialista
di giuseppe sarcina, corrispondente da washington

Il comunicato diffuso ieri sera dalla Casa Bianca è rabbioso. La portavoce Jen Psaki abbandona il suo stile sempre misurato e investe Joe Manchin. Ci manca poco per arrivare agli insulti, perché il senatore della West Virginia ha tradito la promessa personale fatta a Joe Biden. E’ evidente che Biden consideri tutta questa vicenda un colpo basso, «inspiegabile». Il problema, ora, è come uscirne. Nell’unico passaggio distensivo del comunicato si legge che l’Amministrazione continuerà a «fare pressione» su Manchin per fargli cambiare idea. Il dossier, in ogni caso, è rinviato al prossimo anno. Il Senato ha già iniziato le vacanze natalizie. Vediamo per punti.

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  1. Per Biden non poteva esserci un modo peggiore per chiudere l’anno. Nelle ultime settimane ha girato il Paese, insieme con la vice Kamala Harris, per «vendere» all’opinione pubblica un provvedimento che non aveva ancora portato a casa.
  2. Il presidente e la leadership del partito democratico non hanno preso sul serio la linea rossa fissata da Manchin in una lettera indirizzata al numero uno dei senatori Chuck Schumer all’inizio di ottobre: «Non sono disposto ad appoggiare una manovra che preveda una spesa superiore a 1.500 miliardi di dollari». Manchin, al netto delle polemiche sui conflitti di interesse, risponde solo al suo elettorato. E’ la regola, e forse anche un limite, della configurazione federale del Senato.
  3. Ora l’Amministrazione si ritrova senza il suo provvedimento cardine (spesa sociale e conversione energetica) dopo tre mesi di intenso quanto sterile negoziato. Inoltre il provvedimento sulle infrastrutture è partito con grande ritardo, proprio per cercare di stanare Manchin e qualche altro moderato.
  4. La sinistra del partito era convinta di poter dettare l’agenda. Non sappiamo se abbia preso atto che i rapporti di forza all’interno della coalizione sono diversi da quelli immaginati. Ieri il senatore Bernie Sanders ha chiesto di votare, comunque, il pacchetto da 2.200 miliardi di dollari, per sfidare Manchin a dire di «no» davanti a tutto il mondo. Sarebbe stato «un momento alla McCain» che avrebbe dato grande popolarità al Senatore della West Virginia tra i suoi elettori e, nello stesso tempo, avrebbe seppellito per sempre il «Build Back Better». Schumer non ha dato retta a Sanders e ha mandato tutti i parlamentari a casa.
  5. Adesso toccherà a Biden riformulare una proposta. Se vuole ottenere una legge che distribuirebbe comunque un massiccio ammontare di spesa, non può che partire dallo schema Manchin. E provare a discutere nel merito soprattutto di inflazione. In caso contrario è come se il partito democratico si auto consegnasse a un ruolo di minoranza, undici mesi prima delle elezioni di midterm.

2. La Casa Bianca e il piano anti-Omicron
editorialista
di massimo gaggi, da new york

Domani Joe Biden parlerà all’America della nuova emergenza coronavirus. L’annuncio, dato venerdì dalla sua portavoce, Jen Psaki, ha alimentato l’aspettativa del lancio di un winter plan contro la pandemia, ma ha anche offerto a politici e commentatori di destra l’occasione per criticare aspramente un presidente accusato di prendersela comoda: quattro giorni sono troppi davanti alla variante Omicron i cui casi, negli Usa, raddoppiano ogni due giorni (leggi qui l’articolo completo).

imageAnthony Fauci punta sul vaccino universale

3. Pechino non teme uno scontro con gli Usa
editorialista

In un ribaltamento di ruoli che ormai appare una costante nelle relazioni internazionali, Pechino ha ammonito gli Stati Uniti facendo presente che «la Cina non teme lo scontro» e, se si dovesse mai arrivare a un conflitto, «il Paese combatterebbe fino all’ultimo». Parole che arrivano non da un portavoce più o meno conosciuto, ma dal ministro degli Esteri Wang Yi in persona, autore di un discorso pubblicato sul sito ufficiale del proprio dicastero. In un classico dei rapporti tra una Potenza e i Paesi «rivali», nel testo redatto in occasione del simposio annuale sulla situazione internazionale e la diplomazia cinese nel 2021, bastone e carota sono alternati sapientemente.

imageIl ministro degli Esteri cinese Wang Yi

  • La Cina invita gli Stati Uniti a lavorare insieme «per scoprire la via della convivenza pacifica»: e Wang Yi osserva che «le battute d’arresto e gli scontri dell’ultimo anno mostrano ancora una volta che la causa fondamentale delle gravi difficoltà e delle molteplici sfide nelle relazioni» bilaterali «risiede negli errori di valutazione strategica fatti dagli Stati Uniti». Wang, nel testo diffuso dal ministero, ha notato che «alcune persone negli Stati Uniti non sono disposte ad ammettere che anche altri Paesi possano avere il diritto allo sviluppo, non essendo disposte ad accettare il fatto che la Cina si stia rafforzando e stia facendo progressi», senza considerare che i due Paesi potrebbero «ottenere risultati vantaggiosi per tutti». Le parole e le azioni degli Stati Uniti «non solo danneggiano gravemente gli interessi dei due popoli, ma hanno anche un grave impatto sulla pace e la stabilità nel mondo», ha aggiunto il ministro, per il quale «la posizione della Cina è coerente e chiara. Il dialogo può essere tenuto, ma dovrebbe essere paritario; la cooperazione è benvenuta, ma dovrebbe essere reciprocamente vantaggiosa; competere va bene, ma dovrebbe essere salutare».
  • Combattere o collaborare? La palla, per il Celeste Impero, sta nel campo americano. Come la ritrovata tradizione e l’idea di sé maturata in millenni impongono: la Cina in fondo ritiene di essere il centro del mondo non da ieri. È il nome stesso a proclamarlo: Zhongguo (中国) in Mandarino significa proprio «Paese di Mezzo» come, peraltro, tutte le mappe geografiche cinesi rappresentano oggi il globo: una grande Cina attorno alla quale orbitano tutte le altre nazioni, Stati Uniti compresi. Si attende la reazione, meditata, di Washington.
4. Massacro in Myannar: un nonno, una nipotina
editorialista

L’esercito del Myanmar si sarebbe reso protagonista di un eccidio di massa a Kani Township, il villaggio considerato una roccaforte dell’opposizione nel distretto di Sagaing. Almeno quaranta i morti. A rivelarlo è la Bbc che ha parlato con 11 testimoni ed ha confrontato i loro resoconti con i filmati e le fotografie sui telefoni cellulari raccolti da Myanmar Witness, una Ong con sede nel Regno Unito che indaga sulle violazioni dei diritti umani nel Paese.

imageSoldati birmani

  • Gli uomini sarebbero stati legati e torturati prima di essere uccisi dai soldati che avrebbero, invece, risparmiato le donne e i bambini. I corpi sarebbero stati poi gettati in fosse comuni. Non tutti: la Bbc mostra un video con il pianto di una bambina che torna alla sua capanna e trova il nonno martoriato: «Salvate il nonno — urla disperata — salvate il nonno».
  • l villaggio più colpito è stato quello di Yin, dove i corpi di 14 uomini sarebbero stati gettati in un canalone boscoso. «Non potevamo guardare, quindi abbiamo tenuto la testa bassa, piangendo», ha detto una donna che ha perso un fratello, un nipote e il cognato. «Sono stati legati, picchiati con pietre e calci di fucile e torturati tutto il giorno», ha raccontato un altro sopravvissuto. Secondo la Bbc le uccisioni potrebbero essere state ordinate come punizione collettiva per gli attacchi ai militari da parte di miliziani della zona, che chiedono il ripristino della democrazia.
5. L’ultima di Kim: vietato ridere (e comprare verdure)

(di Paolo Salom) Il cappotto di pelle nero, doppio petto, stretto in vita da una cintura da gangster e un’espressione contrita di dolore, le labbra immobili come in un oscuro ritratto di Rembrandt. Così il leader nordcoreano Kim Jong-un, venerdì scorso, ha ricordato pubblicamente il padre Kim Jong-il, scomparso esattamente dieci anni fa, lasciando il trono del Regno Rosso al figlio più piccolo.

imageKim ai funerali del padre dieci anni fa

  • Un passaggio di poteri che ha suscitato, in principio, grandi speranze (di aperture alla modernità) e grandi timori (di tenuta del regime vista l’inesperienza e la giovane età del nuovo dittatore). Niente è andato come gli osservatori internazionali si erano aspettati. Kim Jong-un non si è nemmeno sognato di riformare il sistema che aveva ereditato e, anzi, lo ha «perfezionato» disfandosi di tutti i possibili rivali (dentro e fuori dalla famiglia), a colpi di esecuzioni sommarie e assassini oltre frontiera, a cominciare dallo zio e dal fratello maggiore.
  • Oggi, a sottolineare la continuità dinastica e il culto di una famiglia semi divina, nell’anniversario della morte paterna, il non più giovanissimo Jong-un ha celebrato il ricordo di fronte a centinaia di soldati, il viso serio e cinereo come il suo, mentre una musica da funerale accompagnava il vento gelido di Pyongyang. Quindi, per rendere partecipi i nordcoreani tutti, il divieto esteso al Paese intero di ridere o sorridere per dieci giorni, così come è un «reato» bere alcol o abbandonarsi a pensieri lieti (per quanto in Corea del Nord sia normalmente qualcosa di estremamente raro) fino al 27 dicembre.
  • Nessuna gioia può dunque trasparire nel periodo del lutto rinnovato, pena il carcere. Non solo, nel giorno preciso dell’anniversario, venerdì 17, ai sudditi è stato impedito anche di acquistare verdure al mercato. Perché le verdure? Questo è più difficile da comprendere. Una spiegazione potrebbe essere l’idea di abbondanza legata alla spesa di vegetali, considerato anche che la dieta dei nordcoreani raramente comprende carne o altre proteine nobili. Dunque nel gelido inverno, un brodo caldo, ancorché di rape e cavoli neri, potrebbe riscaldare il corpo e spingere al sorriso: non sia mai.
6. Le Filippine colpite dal mostro Rai

Sale ancora il numero delle vittime del tifone Rai nelle Filippine. L’ultimo bilancio della polizia parla di 208 morti e 52 dispersi nelle province centrali e meridionali del Paese. Gli sfollati sono circa mezzo milione. Le autorità stanno ancora valutando l’entità dei danni, ma il segretario alla Difesa, Delfin Lorenzana, ha parlato di «intere comunità rase al suolo, senza corrente, acqua e cibo».

imageUna mamma e sua figlia nella casa distrutta dal tifone

  • Secondo il bilancio della polizia, 129 vittime si registrano nella regione centrale di Visayas, che comprende le province di Cebu, Bohol e Negros Oriental. Almeno 41 i morti segnalati nella regione meridionale di Caraga, dove si trovano le province delle isole Dinagat e di Surigao del Nord. Altre 38 vittime si registrano in altre province.
  • La governatrice delle isole Dinagat ha paragonato la violenza di Rai (con venti che soffiavano a circa 200 chilometri all’ora) a quella del tifone Haiyan che colpì le Filippine nel novembre 2013: «Allora sembrava di stare dentro una lavatrice. Questa volta siamo stati prigionieri di un mostro che sollevava gli alberi e i tetti lanciandoli dovunque».
editorialista

Il Cile vira a sinistra. Gabriel Boric, 35 anni, candidato della coalizione Apruebo Dignidad (Approvo la Dignità) ha sconfitto al ballottaggio presidenziale di ieri l’avversario José Antonio Kast del Frente Social Cristiano (estrema destra). Sarà il più giovane presidente del Paese sudamericano, il primo della generazione Millennial e quello che ha ottenuto più voti in assoluto nella storia del Cile (56%).

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  • «Sarò il presidente del Cile di tutti i cileni e non governerò solo tra quattro mura», ha detto nel corso di una telefonata con il presidente uscente Sebastián Piñera. E poi, rivolgendosi nella notte ai suoi sostenitori riuniti nel viale della Alameda a Santiago, ha aggiunto: «È cominciata una stagione di cambiamenti e di giustizia sociale» (qui l’articolo completo).
8. La paura della Regina per i bisnipoti

(di Monica Ricci Sargentini) Notti insonni per la regina Elisabetta che non si rassegna all’idea che il principe William, secondo in linea di successione dopo il padre Carlo, abbia intenzione di fare un viaggio in elicottero con la moglie e i tre figli durante le vacanze di Natale.

imageLa cartolina natalizia 2021 ritrae la famiglia in Giordania: Kate e William con i figli George, Charlotte e Louis

  • Un percorso breve, da Londra alla loro residenza ad Anmer Hall, nel Norfolk, che però preoccupa sua Maestà, soprattutto dopo la serie di incidenti avvenuti negli ultimi anni. L’ultimo a settembre, quando il Sikorsky S-76 della regina ha subito un guasto. Una norma non scritta, tra l’altro, vieterebbe a William di volare insieme al padre o ai figli proprio per preservare la monarchia.
  • Il principe William è un pilota esperto, per cinque anni ha fatto parte della squadra di soccorso della Raf, ma Elisabetta non vuole sentire ragioni e, secondo una fonte reale citata dal Times, avrebbe chiesto al figlio di smettere di volare, soprattutto quando le condizioni metereologiche non sono buone. «La regina pensa che non valga la pena di correre il rischio e non può immaginare quello che succederebbe in caso di una tragedia» ha detto la fonte. Nel 2014, un anno dopo la nascita di George, il duca e la duchessa di Cambridge avevano chiesto alla regina il permesso di volare insieme in Australia. E da allora sono stati numerosi i viaggi in elicottero intrapresi. Lo scorso anno la famiglia reale ha speso più di due milioni di sterline per questo tipo di spostamenti.
9. Il Quidditch cambia nome (e tante scuse alle streghe scozzesi)

(di Monica Ricci Sargentini) L’International Quidditch Association ha preso una decisione clamorosa: cambierà il nome del gioco ispirato alla saga di Harry Potter per prendere le distanze dalle posizioni sull’identità di genere espresse da J.K. Rowling, la scrittrice nota e amata in tutto il mondo che recentemente è stata accusata di transfobia e raggiunta da minacce di morte per aver detto che «il sesso è reale». «Mi rifiuto di inchinarmi a un movimento (quello trans, ndr) che credo stia facendo concretamente del male cercando di erodere le «donne» — ha spiegato in un lungo saggio sul suo blog —. Da tempo noi femministe siamo costrette a batterci perché la parola «donna», strettamente legata al nostro sesso biologico, non venga cancellata in nome del diritto di tutti e tutte a non sentirsi discriminati».

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  • Ora la questione si riversa anche sul campo rettangolare del quidditch, dove due squadre composte da 7 giocatori ciascuna, ognuno a cavallo di una scopa, si sfidano contendendosi la «pluffa», un pallone da pallavolo sgonfiato che i «cacciatori» hanno il compito di lanciare attraverso 3 anelli di altezza diversa posti ai limiti del campo per segnare.
  • Il quidditch nasce nel 2005 al Middlebury College (Vermont) dove viene disputata la prima partita ufficiale. Da allora si è espanso fino a raggiungere quasi ogni angolo del globo. Esiste perfino una coppa del mondo di Quidditch gestita dall’ IQA. L’ultima edizione si è giocata a Firenze nel 2018, dove 29 nazioni si sono date battaglia per acchiappare il fantomatico boccino d’oro.
  • Il cambio di nome è stato sollecitato dalle organizzazioni americane, canadesi e inglesi in nome della loro reputazione «progressista e inclusiva». Ma alla base della richiesta ci sono, come sempre, anche questioni di soldi. Il quidditch, infatti, è sponsorizzato dalla Warner Bros, che minaccia di tagliare i fondi. «Non possiamo più chiamarci così — ha detto Matt Bateman, presidente di QuidditchUK — perché veniamo associati a Rowling che continua a fare commenti dannosi e odiosi contro gli atleti trans».
  • Quale sarà il nuovo nome? La scelta è difficile, se non impossibile. Mai come in questo caso la forma sembra essere sostanza. In lizza, comunque, ci sono quickball, quicker, quidstrike e quadraball. Ci vorrebbe una bacchetta magica. A proposito (nota a margine 1) : proprio in questi giorni in Scozia il governo sta pensando di presentare scuse ufficiali alle 3.837 donne bruciate vive tra il 14simo e il 18simo secolo perché accusate di essere streghe. Forse sarebbe meglio si occupasse del rogo odierno cui viene sottoposta Rowling che è cittadina scozzese? Nota a margine 2:una copia della prima tiratura di «Harry Potter e la pietra filosofale» è stata venduta per 471.000 dollari (poco più di 417.000 euro), in Texas. Un record assoluto per un’opera di narrativa pubblicata nel XX secolo. Segno che, a qualcuno, della cancel culture importa poco.

L’intervento di don Luigi Ciotti all’Italian Solidarity Day (Padiglione Italia di Expo 2020 in Dubai) potrebbe anche passare inosservato. Il settantaseienne fondatore dell’Associazione Libera dice: «Anche in Italia, dove il problema è storico, negli ultimi tempi si è andati verso la normalizzazione» della criminalità organizzata. «È cresciuta la percezione della gente — catturata più da altri problemi come il Covid — che la questione dei giochi criminali, della corruzione, delle mafie, del traffico di stupefacenti, del gioco d’azzardo», sia soltanto «uno dei tanti problemi». Un sasso lanciato nello stagno delle nostre emergenze quotidiane.

Grazie. A domani. Cuntrastamu.

Michele Farina

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